mercoledì 22 dicembre 2010

Rimbocchiamoci le maniche

Leggendo tra i vari forum e ascoltando le altrui esperienze mi convinco sempre di più che bisogna rimboccarsi le maniche e buttarci sul WELFARE-FAI-DA-TE: una buona forma sarebbe il nido-famiglia, proviamo a fare un passo tutte insieme nelle zona in cui viviamo e vediamo che succede.
A brevissimo le riflessione e le nozioni pratiche sul da farsi :-)

venerdì 17 dicembre 2010

Cos'è la gestione separata?

Care amiche, la mia risposta è molto semplice: UN INCUBO. Già, è proprio così una cosa che dovrebbe essere semplice in realtà non lo è affatto.
La gestione separata è un conto che il lavoratore parasubordinato ha l'obbligo di aprire presso l'inps e versare i contributi; non so voi ma io non ho mai saputo nulla a riguardo fin quando non ho scoperto di aspettare Aurora e mi sono messa subito a smanettare. Il consulente del lavoro dell'azienda mi aveva detto inizialmente che era una cosa facoltativa, e poi che ero iscritta automaticamente :-///.
Vi risparmio le mie personali e rocambolesche avventure con l'inps e vado subito al sodo prelevando le info seguenti dal sito dell'inps:

CHE COS'È 
Un’indennità economica, sostitutiva della retribuzione, pagata dall’Inps alle lavoratrici per il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro per maternità (congedo di maternità).

A CHI SPETTA


tutte le lavoratrici iscritte alla gestione separata che versano il contributo anche per la maternità (0,72%), purché non iscritte contemporaneamente ad altra gestione pensionistica obbligatoria e non pensionate. L’indennità è pagata se la lavoratrice risulta in possesso di almeno tre mesi di contributi accreditati nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo di maternità.


COSA SPETTA


Un’indennità economica pari all’80% del reddito giornaliero (reddito annuale/365) prodotto nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo di maternità.
L’indennità è pagata per il periodo di congedo di maternità che comprende:
  • i 2 mesi precedenti la data presunta del parto (oppure il mese precedente in caso di flessibilità) ed il giorno del parto
  • i 3 mesi dopo il parto (oppure i 4 mesi dopo in caso di flessibilità)
  • se il parto avviene prima della data presunta, i giorni compresi tra la data effettiva e la data presunta si sommano ai 3 mesi dopo il parto 
  • se il parto avviene dopo la data presunta, sono pagati anche i giorni compresi tra la data presunta e la data effettiva
  • altri periodi di astensione obbligatoria anticipata o prorogata disposti dal Servizio ispettivo della Direzione provinciale del lavoro (DPL).

LA DOMANDA


Va presentata al/ai committente/i ed alla sede Inps di residenza (o domicilio), possibilmente prima della data di inizio del congedo obbligatorio ed in ogni caso non oltre il termine di 1 anno dalla fine del congedo di maternità.
Diversamente, il diritto all’indennità si perde.
Può essere utilizzato il modello 
Mod.Mat.Gest.Sep. SR29 disponibile nelle Sedi dell’Inps oppure sul sito internet www.inps.it – Modulistica online.
La domanda può essere spedita per posta (raccomandata con ricevuta di ritorno) o tramite un ente di patronato che offre assistenza gratuita, allegando copia del documento di identità.
 

DOCUMENTAZIONE

 
  • Certificato medico di gravidanza contenente la data presunta del parto rilasciato dal medico dell’ASL (Servizio Sanitario Nazionale). Il certificato va consegnato all’Inps in busta chiusa
  • Certificato di nascita del bambino o autocertificazione da presentare di regola entro 30 giorni dal parto
  • Copia del provvedimento di interdizione anticipata o prorogata dal lavoro rilasciato dal servizio ispettivo della direzione provinciale del lavoro. Non occorre consegnare tale copia se il provvedimento viene inviato all’Inps dal Servizio ispezione del lavoro 
  • Documentazione sanitaria relativa all’interruzione della gravidanza verificatasi dopo 180 giornidall’inizio della gestazione (prima dei 180 giorni spetta l’indennità di malattia)
  • Per la flessibilità: certificazioni mediche, rilasciate dal ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale (o con esso convenzionato) e dal medico aziendale entro la fine del 7° mese di gravidanza, che attestano l’assenza di situazioni di rischio per la salute della gestante e del nascituro (da allegare in busta chiusa). In assenza del medico aziendale, il datore di lavoro deve dichiarare che non esiste in azienda obbligo di sorveglianza sanitaria.
CHI PAGA
L’indennità è pagata direttamente dall’Inps secondo la modalità scelta nel modello di domanda:
  • bonifico presso l’ufficio postale
  • accredito su conto corrente bancario o postale.
Una volta presentata la domanda, se Inps non paga entro 1 anno dalla fine del congedo, il diritto all’indennità si perde per prescrizione. Per evitare la perdita dell’indennità è necessario presentare all’Inps una richiesta scritta di pagamento prima dello scadere dell’anno di prescrizione; la richiesta può anche essere spedita per posta con raccomandata con ricevuta di ritorno. Dalla data della richiesta, se nel frattempo il pagamento non è avvenuto, inizia a decorrere un altro anno di prescrizione. 

Questo è quanto, peccato che sono stata pagata dopo 10 mesi d'attesa, e la maternità facoltativa è prevista solo per 3 mesi successivi al 30% della retribuzione dell'anno precedente; dopo di che basta... ci si attacca al tram, e intanto scadono i contratti e da precario diventi disoccupato e non hai neanche diritto all'indennità di disoccupazione perchè non è prevista dalla legge per i lavori parasubordinati.

LA CAMBIAMO QUESTA LEGGE DEL CAVOLOOOOOO!!!


giovedì 16 dicembre 2010

Inchiesta Current

Cominciamo col vedere questi video

poi continuiamo con questo

vediamo quante siamo a condividere questa triste realtà

Io mamma precaria

Esattamente domani compirò 36 anni, e tanti miei coetanei purtroppo oggi  sono molto penalizzati, ma questo si sa, è retorico. Perchè penalizzati? Perchè sono laureata, specializzata e precaria da sempre, e tanti siamo in Italia, E non solo sono precaria ma sono anche una mamma che è stata licenziata perchè incinta; ovviamente con un contrato a progetto che maschera un contratto di lavoro subordinato con tanto di responsabilità e 8 ore di faticoso lavoro giornaliero alle spalle.
La cosa più schifosa è che non hanno avuto il coraggio di dirmi nulla, ho saputo che il "contrato era scaduto" dal consulente del lavoro quando ho portato un certificato medico; già il contratto è scaduto!!!!!! Ovviamente la legge non ti tutela, non tutela i figli e così, visto che "i contratti scadono" ora sono in mezzo ad una strada e mi sono rivolta ad un legale.
Ad oggi mia figlia ha quasi un anno, e sto cominciando a cercare un lavoro part-time per occuparmi della bambina ma le porte si chiudono costantemente perchè:
- c'è crisi :-/
- il part-time non è gradito dall'azienda :-//
- i figli preoccupano l'azienda perchè ti possono fare arrivare in ritardo e se si ammalano devi stare a casa
  a occuparti di loro e tralascaire i doveri aziendali :-///
Ma questo è solo un aspetto della faccenda, l'altro aspetto altrettanto triste è la mancanza di welfare, cos' niente asili, niente contributi, niente cultura della tutela della maternità e dei nostri figli che sono il futuro.
Così rimane solo una soluzione, almeno per il secondo aspetto: CREARE IL WELFARE FAI-DA-TE.
Il mio blog quindi vuole essere costruttivo in favore del WELFARE FAI-DA-TE, ecco perchè invito altre donne nelle mie stesse condizioni, a farsi avanti, a farsi sentire, se ci uniamo tutte e tante abbiamo qualche possibilità di farci ascoltare e dare un futuro migliore ai nostri figli.

Tiziana